giovedì 12 dicembre 2013

La notte dei ciucci cadenti

Dopo interminabili e strazianti minuti di gemiti degni delle migliori produzioni di film horror, improvvisamente il respiro si fa pesante e il corpo, fino a quel momento in preda a innaturali esercizi di contorsionismo, sembra essersi abbandonato al sonno. Ti senti, finalmente in pace con te stesso e a posto con la tua coscienza di papa' modello. Hai fatto il tuo dovere! Assonnato, entri in bagno. Ti liberi del pigiama di guerra, valorosamente esposto ai rigurgiti di latte e impreziosito, come medaglie al valor militare, dalle macchie di pipi che non fai mai in tempo ad evitare tra un cambio di pannolino e l'altro. Soddisfatto e sfinito entri nel letto in punta di piedi, preoccupato di non fare il minimo rumore e di non offrire al nemico nessun pretesto per porre fine alla tregua. Tutto inutile! Tua figlia di pochi mesi aveva finto per alcuni minuti di dormire, giusto il tempo di riacquistare le forze e contrattaccare con maggior vigore. Riprende il corpo a corpo. Con un braccio la tieni sollevata all’altezza delle spalle e con l’altro cerchi di anticiparla, pronto ad intervenire al volo. Ma guai a distrarsi. Quando il confronto sembra in parità, una finta di testa e un colpo di reni ti colgono di sorpresa e il bebè ti prende di contropiede. Il lancio del ciuccio è la classica mossa che segna la fine di ogni trattativa e vanificherà definitivamente tutti gli sforzi fatti fin a quel momento per acquietarla. E’ il rifiuto di ogni consolazione. Se, incurante dei dolori muscolari dovuti all’avanzare dell’età, lo raccogli e provi ostinatamente ad offrirglielo di nuovo, rischi di acuire le ostilità. E’ per lei una insopportabile provocazione. Allora, nel buio della camera trasformata in campo di battaglia, si accendono traiettorie illuminate dalla scia bianca della tettarella, scagliata dalla forza propulsiva di ripetuti sputi. Se "notte di ciucci cadenti", deve essere allora che si possa esprimere liberamente il più deprecabile dei desideri, che ci si possa permettere la più becera delle deresponsabilizzazioni di cui si può macchiare un padre modello. Vorrei che stasera mia figlia si addormentasse senza "se è senza ma". Evitare il tiremmolla con il sonno e non consentirle di ritardare al più classico degli appuntamenti quotidiani, la nanna, "facendo melina" tra coccole e biberon. Sarei contento, poi, di "saltare" il cambio di pannolino dell'ultimo istante, come se fossimo al pit stop di una gara di formula uno. "Così la bambina dorme asciutta", è la motivazione della mamma premurosa che solo per una notte vorrei poter non considerare, senza sentirmi come davanti ad un plotone di esecuzione. Insomma, stasera vado a letto e non voglio saperne niente! Per ignote e insondabili ragioni astrali, l’auspicio non sortisce alcun effetto e, ancora per una notte, si tira tardi, augurandosi che, con i primi bagliori di luce, si possa finalmente iniziare una nuova riposante e rilassante giornata di lavoro.