giovedì 20 settembre 2012

Ultimi giorni d'estate

Ultimi giorni d'estate e pallidi raggi di sole. Papi, cosa si può fare sulla spiaggia senza fare il bagno o senza fare i castelli di sabbia? Tante cose, Marta ma c'è una cosa che a me piace molto: far volare l'aquilone. Che cosa significa aquilone, papi? Mah, forse "aquila grande"...Prima di avventurarmi in una discussione sulla semantica con il rischio di fare l'ennesima brutta figura, mi viene l'idea di raccontarle una storia. Quando i bimbi decidono di parlare con il cielo, non riuscendo a gridare così tanto forte da farsi sentire, possono usare l'aquilone come messaggero. I tanti colori con cui è dipinto sono le parole del loro messaggio. Con il giallo, ringraziamo il sole per il suo calore. Facciamo volare il blu per salutare le stelle che, di giorno, sembrano non esserci ma che, invece, vigilano attente su di noi. Usiamo il bianco per far specchiare le nuvole e il nero per ricordare alla notte che l'aspettiamo per andare a dormire. Tanto più in alto volerà il nostro aquilone, tanto più riusciremo a farci ascoltare. Tiro fuori l'aquilone dall'astuccio, monto il telaio infilando accuratamente nella vela la spina e la traversa, aggiungo il naso e la coda ed, infine, fisso il cavo alla briglia. E' arrivato il momento di fargli prendere il volo, cercando di controllare il vento che lo fa ondeggiare. Mi raccomando Marta, tienilo ben stretto e comincia a srotolare il filo lentamente in modo che possa alzarsi sempre di più. Con lo sguardo rivolto in alto, Marta accompagna, in silenzio, il volo dell'aquilone. Sempre più in alto, sempre di più, fino a quando, improvvisamente, lascia andare anche il rocchetto. Conoscendo Marta non mi sono stupito. Probabilmente lo ha fatto per essere sicura che il messaggio arrivi a destinazione o forse perché ha deciso che deve restare un segreto tra lei e il cielo.

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