lunedì 8 ottobre 2012

La febbre del sabato sera

L'ingresso in società di Marta ci ha introdotti in un giro di eventi mondani sempre più vorticoso. L'agenda familiare è, oramai, scandita da appuntamenti pomeridiani al parco, scampagnate in collina "se il tempo è buono", altrimenti "pizzate" o riunioni a casa di qualche inconsapevole genitore per "far giocare insieme i bambini". Non c'è nulla, però, che sia lontanamente paragonabile alle feste di compleanno del sabato sera. Varia umanità: mamma della festeggiata con l'ansia da prestazione per la buona riuscita dell'evento, mamme desiderose di dimostrarsi collaborative (non si sa mai che quando tocchi a loro vengano lasciate sole) e mamme che fingono di parlare al telefono per allontanarsi e lasciare i loro adorati pargoli in custodia alle seconde, nel frattempo, improvvisatesi animatrici. E poi i papà che, a differenza delle mamme, possono essere classificati in una sola categoria: papà annoiati. L'unica loro occupazione (non si sa quanto spontanea) è immortalare i momenti topici della partecipazione dei propri figli alla festa: la foto esclusiva con la festeggiata, i primi piani ravvicinati mentre ingurgitano contemporaneamente patatine e dolciumi, lo sgomitarsi al tavolo della torta come calciatori nell'area di rigore durante l'esecuzione di un calcio d'angolo.
Tutti, mamme e papà, però, sono accomunati da un unico inevitabile destino: assistere attoniti e impotenti alla "febbre del sabato sera" che si impadronisce di bimbi e bimbe schiamazzanti e desiderosi di infrangere tutte le regole del vivere civile che (inutilmente) gli vengono impartite nel corso dei loro primi anni di vita.
E' in questi momenti che l'arrivo della seconda figlia e il suo accudimento nei primi mesi si configura come un'opportunità irripetibile per declinare ogni invito e ritornare, finalmente, al tanto bistrattato stile di vita tutto pannolini, cacche e pappe.

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