sabato 10 agosto 2013

Le mosse del bebè

Ma hai capito cosa vuole? Ha fame o ha sonno? Secondo te, ha mal di pancino, ha le colichette? Non è il caso di chiamare il pediatra? Spesso possono trascorrere anche svariati minuti in uno stato di totale panico, tra l'angoscia che qualcosa di grave stia accadendo e la frustrazione di non riuscire a trovare spiegazioni al dimenarsi dell'infante. Quando nessuno dei due genitori sembra avere risposte, presi dalla disperazione, si finisce per rivolgersi persino al neonato con tono intimidatorio: "Insomma cosa c'è che non va?". E come se sperassimo in un miracolo e che, improvvisamente, il nostro interlocutore trasformi gemiti e pianto in frasi compiute, diventando, così, capace di esporre con rigore scientifico il proprio stato di benessere psico-fisico. Del tipo: "Cara mamma e carissimo papà non ho ritenuto opportuno allarmarvi prima di prendere consapevolezza della mia impellente esigenza. Ora che sono al limite e che ho la certezza della vostra inadeguatezza, mi sento nel diritto/dovere di informarvi con ferma e decisa presa di posizione che è giunto il momento di provvedere al mio quotidiano nutrimento". Pensando a questi momenti, ho deciso – al secondo giro - di provare ad elencare e a decifrare le principali “mosse del bebè”, non dico per anticiparle ma almeno per provare a ridurre l’ansia da prestazione.
Il momento della nanna - Dire tarantolato e' poco. Con il braccio strofina violentemente gli occhi che si fanno sempre più piccoli. Un breve gemito tra le braccia che lo cullano – preferibilmente quelle della mamma - e Morfeo prende il sopravvento. Sappiate che durerà poco!
La pausa e l’attesa - Labbra serrate. Vibrazioni frequenti e prolungate. Una pernacchietta indica una pausa tra la mossa precedente e la successiva. E’ un tempo in cui il pensiero prepara la prossima azione. Occorre essere attenti e vigili!
La gratificazione per un bisogno soddisfatto - Come un battito d’ali, allarga le braccia e le muove velocemente su e giù, accompagnandole con un sorriso. Vi guarda direttamente negli occhi e il suo sguardo sembra dirvi: “Finalmente ci sei arrivato. E da un po’ che cerco di farti capire che è ora di cambiarmi il pannolino!”
Il momento della pappa - Quando arriva questo momento non ci sono dubbi. Il bebè non sente ragioni e non è interessato a nessuno dei giochi con cui cercate di distrarlo in attesa che qualcun'altro si metta all’opera con brodini, creme e omogeneizzati. Consiglio: non pensate di poter prevedere l’ora della pappa. Sarà sempre troppo tardi per farvi trovare pronti!
La rivendicazione di attenzione - Se lasciato seduto da solo sul tappetone dei giochi più a lungo del tempo necessario per fare una pipì, il bebè denuncia prontamente l'assenza di attenzione e di compagnia. Solitamente la rivendicazione parte con un movimento scomposto di gambe e braccia con cui sembra, rispettivamente, scalciare come un mulo e voler cominciare un incontro di pugilato. Indovinate con chi ce l’ha?
Il lancio del ciuccio - E’ la classica mossa a sorpresa che vanificherà tutti i vostri sforzi di evitare che il ciuccio cada ogni due minuti in terra. Con un braccio lo tenete sollevato all’altezza delle spalle e con l’atro cercate di anticipare il lancio del ciuccio, afferrandolo al volo. Ma guai a distrarsi. Quando il gioco sembra essersi addormentato, una finta di testa e un colpo di reni vi coglierà di sorpresa e il bebè vi colpirà di contropiede. Ad una certa età, andranno considerati gli effetti collaterali sul vostro mal di schiena.
Queste sono solo alcune delle frecce che un bebè ha al proprio arco. Voi ne conoscete altre?

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