lunedì 26 agosto 2013

Un mammo sotto l'ombrellone

Pochi decimi di febbre di Agnese e primi segnali di “stress da spiaggia” di M. che, con la scusa della piccola, coglie al volo l’occasione di restare a casa. Giornata al mare da soli, io e Marta. Sotto l’ombrellone accanto, un altro papà con sua figlia. Sembrava tutto perfetto. Dopo i primi momenti di studio, le due bimbe avrebbero fatto amicizia e avrebbero giocato tra loro sulla riva, a pochi metri di distanza dal nostro sguardo vigile. Noi papà, per niente interessati a fare delle chiacchiere, avremmo potuto goderci qualche ora di (quasi) completa solitudine immersi nelle nostre letture o completamente immobili al sole, senza far nulla. Dopo i primi convenevoli di rito e le solite banalità sulle città di provenienza e i rispettivi impegni lavorativi, pensavo di aver espletato la "pratica conversazione”. Quanto mi stavo sbagliando! Avevo appena iniziato a leggere il quotidiano acquistato pregustandone la lettura dalla prima all'ultima pagina, quando il mio vicino attaccò: "Io uso per mia figlia una protezione solare cinquanta, come consigliato dal pediatra. Ne ho provato di vari tipi ma questa è davvero molto efficace. La bimba ha acquisito un'abbronzatura dorata senza problemi per la pelle". Fece una pausa per darmi il tempo di realizzare che, più che una considerazione, si trattava di un rimprovero e aggiunse: "E tu?". Avevo colpevolmente dimenticato di spalmare la crema solare su Marta e c'era chi, in assenza della mamma, era pronto a farmelo  notare. A recuperare credito come papà diligente, non fu sufficiente l'impegno con cui, nel corso della mattina, convinsi Marta a mettere il cappello per difendersi dal sole e mi premurai di farla bere all'occorrenza. Appena possibile venivo richiamato all'ordine: "Non pensi che sia meglio spostarla all'ombra mentre dorme", mi disse guardandomi con sempre maggiore disappunto. Ormai in affanno e con l'ansia da prestazione alle stelle, nel pomeriggio, provai a sottrarmi al controllo dell'inquisitore proponendo a Marta di andare a fare un bagno. "Mi raccomando. C'è vento. Porta con te l'asciugamano". Tipo tenace, il mio vicino. Senza pietà. Stava sparando sulla croce rossa e sembrava provasse una gran soddisfazione. A me non restava che accogliere il suggerimento e, ancora una volta, accettare la dura realtà di non essere sufficientemente premuroso ed attento. Ero in acqua e continuavo a rimurginare sulle tante mortificazioni subite nel corso della giornata. E' nei momenti difficili che un angelo ti tende la mano. Marta, in acqua, si avvicinò e, nonostante tutto, mi "confermò la fiducia" sussurrandomi: "E' stata davvero una bella giornata. Tu sei il mio papà preferito".

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